Quaresima 2023 | Giovedì della seconda settimana

Venite, figli, ascoltatemi; vi insegnerò il timore del Signore (Sal 33,12).

L’invito a salire sulla montagna è anche un invito ad entrare maggiormente nel grande mistero di Dio. Quando Pietro, Giacomo, Giovanni salirono il Monte della Trasfigurazione si resero conto pienamente che Colui che li aveva chiamati, Colui che li aveva invitati a salire sul monte, era il grande atteso dei popoli e il compimento delle promesse del Signore. Vedendo Mosè ed Elia che conversavano con lui si resero conto che tutte le profezie e la legge convergevano in Colui che li aveva chiamati e scelti per essere suoi apostoli. Rimasero estasiati per quello che vedevano e udivano. Ma subito la loro ammirazione si trasformò in enorme stupore: videro che il volto di Gesù diventava più luminoso del sole e le sue vesti più bianche della neve. Erano entrati nella visione di Dio e si dichiararono desiderosi di rimanere in quella contemplazione per sempre. Il fascino di Dio non è mai qualcosa di passeggero. Quando l’uomo ne resta conquistato, la sua vita cambia totalmente. La trasfigurazione lascia un segno incancellabile. Si diceva un tempo che, chi vede Dio, o muore o rimane cieco. L’apostolo Paolo quando vide Gesù fu abbagliato dalla sua luce, cadde da cavallo e rimase cieco. Pietro, Giacomo, Giovanni rimasero tramortiti dinanzi alla visione di Gesù nel suo splendore. Non si può vedere il volto di Gesù se non si sale sulla montagna e se non si accetta totalmente quanto di lui hanno scritto i profeti. La trasfigurazione non è un fatto momentaneo; è una reale novità di vita. Si devono indossare gli abiti bianchi. Dopo aver assistito alla trasfigurazione i discepoli furono esortati a non parlare con nessuno fino al momento della morte di Gesù. La trasfigurazione, senza la morte dell’uomo di carne, non ha senso. Ascendere il monte senza l’impegno di allontanarsi dal proprio mondo non è possibile. Trasfigurazione significa andare ben oltre quello che c’è e giungere ad un cambiamento radicale di vita. Occorre arrivare alla visione di Dio, a ciò che i nostri occhi non possono vedere né i nostri cuori possono intuire.

Oggi voglio rendere i miei abiti candidi come la neve estirpando e annullando tutti i filamenti e le aderenze di male che porto nel mio cuore. Voglio che il mio volto diventi radioso come quello di Gesù attraverso una luminosità di totale purezza.

Cammino quaresimale tratto da “Quaresima: fissare lo sguardo in Gesù di don Nicola Giordano – Edizioni Viverein

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