Una casa ospitale
Questa settimana vogliamo viverla all’insegna della grande intimità predisponendoci ad accogliere i segreti del cuore di Gesù.
Non sono nascoste le sue orme né sono introvabili. Egli le ha impresse profondamente nella storia della umanità. Non occorrono lenti particolari per scorgerle. Occorre solo amore per seguirle.
Il passo dell’uomo è leggero.
Non potrà mai affondare nella profondità della sua grandezza. Non vorremmo una incisione vitale, come nuovo innesto, capace di farci produrre i frutti nuovi di riconciliazione, di pace, di amore, di sincerità, di libertà.
Fissiamo lo sguardo e il cuore sulla sua generosità. Osserviamo il gesto del chiamare Zaccheo e dell’invitarsi a casa sua, superando le critiche di tutti i benpensanti.
È chiaro che Egli vuole venire da noi per aiutarci a risanare tutto, a rifondere i debiti accumulati per tanto tempo e a risarcire i danni inferti agli altri. “Oggi vengo a casa tua”, Egli disse.
“Oggi vengo a casa tua”, ci sembra di udire. Non è un sogno. Non è forse vero che Egli, incarnandosi, ha fatto di noi, di tutti, la sua casa, la sua dimora? Non è forse vero che noi siamo il tempio di Dio, il suo santuario, il suo tabernacolo vivente? E non è questa la premessa di una intimità più vitale?
Occorre convincersene e non con belle parole. Occorre passare dall’immaginario ed ipotetico alla reale certezza da proclamare con l’apostolo Paolo: “Non sono più io che vivo, è Cristo che vive in me”.
Perdonami, Signore Gesù, se ardisco presentarmi sotto le tue vesti.
Cammino quaresimale tratto da “Sulle tue orme Gesù di Nazareth“ di don Nicola Giordano – Edizioni Viverein