Questo non è il giorno della morte.
Se dovessimo dire che Gesù morto sta nella tomba sconfitto, diremmo una grande stoltezza e la nostra fede non avrebbe senso. Sarebbe più giusto dire che questo è il giorno del riposo dello Sposo che ha celebrato le nozze con l’intera umanità nella casa del Padre.
Gli Evangelisti dicono che le donne della risurrezione trovarono la pietra sepolcrale spinta fuori dall’interno. Gesù, il crocifisso Figlio di Dio, come era nato da Maria senza collaborazione di agenti esterni, così lasciò il sepolcro con la sua infinita potenza.
E’ per noi il giorno della festa dello Sposo, ritornato vincitore nella casa del Padre.
Durante tutta la sua vita e specialmente nei momenti della crocifissione e morte Egli, Gesù, lo Sposo, aveva sofferto molto. Era stato condotto alla morte. Si era offerto al Padre come vittima di espiazione per l’intera umanità.
Il sabato, il giorno santo dedicato interamente al Signore, giustamente ci appare come il giorno del godimento celestiale. Non fu il ritorno a casa del figlio prodigo dopo le disavventure del peccato, ma il ritorno del Salvatore vincitore sul peccato e sulla morte.
E ci fu grande festa nei cieli immensi.
Tra gli invitati al trionfo comparvero in prima fila tutti coloro che aspettavano quel giorno. Gesù, vincitore, era sceso nell’Ade per offrire al Padre i primi redenti dal suo Sangue prezioso.
Noi che ci prepariamo alla celebrazione della sua festa qui in terra, nel primo nuovo giorno, adoperiamoci ad abbandonare gli abiti dell’uomo vecchio per indossare i nostri nuovi abiti resi candidi dal Sangue dell’Agnello.
Voglio contemplarti con la mia mente, voglio amarti con il mio cuore, voglio servirti con la mia volontà.
(don Nicola Giordano – “Gloriarsi in Cristo con Paolo – Cammino Quaresimale; Edizioni VivereIn, 2009)