Com’è alto il cielo sulla terra,
così è grande la sua misericordia su quanti lo temono.
L’altezza del cielo, in rapporto alla terra, fa pensare all’altezza di Dio in confronto alla piccolezza dell’uomo. Ma mentre la distanza del cielo dalla terra ci sembra incolmabile, la distanza di Dio dagli uomini, pur essendo infinita, si trasforma in vicinanza d’amore.
Dio si sta accanto a noi, vicino più di qualsiasi elemento, più di qualsiasi persona. Egli vive in noi: ci sorregge, ci protegge, ci fa vivere, ci perdona, ci salva, ci ridona sempre nuova energia di vita.
Ma per sentire il Dio in noi è necessario dare la scalata al cielo. Egli è l’eccelso e noi siamo piccoli. Egli è il santo e noi siamo peccatori. Egli è l’Amore e noi ci dibattiamo nell’odio. Si può, certo, penetrare nel suo regno se ci si inerpica sulla strada dell’umiltà, del silenzio, della mortificazione, della rinunzia e, soprattutto, su quella della piena conformità a Lui. Fare sempre quello che a Lui piace e camminare per i suoi sentieri, lasciandosi illuminare dalla radiosità del suo volto. Non è un sogno assurdo né un traguardo impossibile E’ il monte sul quale Egli ci chiama, proprio come un giorno chiamò Mosè, quando gli impose di togliersi i calzari dell’umana fragilità.
Nicola Giordano, “Quaresima – intimità divina”, Edizioni VivereIn, 1986