Scarica qui il Messaggio della Festa del Dono 2024
CREARE POSITIVITA’
Noi di “Vivere ln” celebriamo da diversi anni la “Festa del Dono” e la facciamo coincidere con la solennità della Immacolata Concezione di Maria, l’otto dicembre, perché nella nascita e nella concretezza storica di questa Donna noi constatiamo il grande dono che Dio, l’autore della vita, ha fatto all’umanità intera quando Egli per primo si è donato al mondo permettendo che una donna, quella Donna, diventasse Madre di Dio.
Maria non poteva rivendicare nessun diritto né per sé né per l’intera umanità. Ma Dio le fece dono della sua stessa potenzialità e la rese genitrice di Dio. Né il dono si esaurì in Maria ma da lei si estese alla natura umana, a tutti gli esseri viventi.
La realtà del dono e della positività sono due dimensioni inscindibili e intercomunicanti. Non ci può essere festa del dono se non si crea positività e se manca la positività non si può parlare né di festa del dono né tanto meno di dono.
Noi crediamo fermamente nella positività di tutte le cose. Se ci spaventa il dolore e la sofferenza, ci rammarica ancora di più il fatto che, ostinatamente, ci sono uomini che si pongono come operatori di male anche se spesso credono che il male che compiono sia giustizia e verità.
Quando non si ha la forza di rapportarsi all’altro e di offrire all’altro il meglio di quanto si possa pensare o possedere è evidente che ci si chiude nella negatività dell’egoismo.
L’egoismo, infatti, è chiusura, negazione, ribellione verso tutto ciò che ci vive accanto. E non c’è egoismo peggiore di quello che si incarna in un uomo che vive con mente ottusa, cuore ribelle, volontà distruttrice. È questa la infelicità propria in cui si batte il pessimista.
Occorre entrare nella mentalità dell’ottimismo che è sviluppo di positività assoluta.
La potenzialità vera e più nobile che l’uomo possiede è proprio quella del farsi dono cioè dell’aprirsi all’altro, del comunicare con l’altro, del dialogare con l’altro, del donarsi all’altro, superando e vincendo ogni forma di isolazionismo, asocialità, grettezza.
La vastità e la immensità dell’universo ci appaiono come attuazione di bene e di armonia. Nulla esisterebbe se nella natura delle cose ci fosse la guerra. Nella natura dell’uomo, in tutte le sue facoltà, è inserita l’esigenza del dono che rende possibile il comunicare, il convivere e l’amare. L’egoista, invece, è uno che si ripiega su se stesso. Per questo non può mai essere felice. Chi sa uscire da se stesso è sempre uno che, pur camminando per vie impervie, trova modo di godere e far godere. Si fa festa quando si incontra un volto sorridente, ilare, fiducioso, sereno.
La prima urgenza che ogni uomo dovrebbe realizzare è quella del credere, vivere e attuare in se stesso la mentalità del farsi dono creando intorno a sé non l’atmosfera del dono o della festa ma la realtà del farsi dono. Nessuno vive per se stesso, come nessuno nasce da se stesso. Se qualcuno prende coscienza di voler vivere pienamente, deve rendersi conto che sarà felice solo se saprà donarsi all’universo intero. Questa dimensione è prerogativa divina e in questo modo ogni uomo può divinizzarsi e aprire spiragli di bene in tutto il mondo. È inutile, infatti, parlare di pace, di giustizia, di amore, di libertà se non si è capaci di farsi dono a chiunque appartenga al nostro piccolo o grande mondo.