Il silenzio del nuovo mondo
Apparentemente il sabato della Settimana Santa sembra il giorno del “silenzio”. Anche le Chiese sono spoglie o deserte. Fervono i preparativi per la veglia della Risurrezione. Sono queste le convenzioni umane dirette a creare atmosfera di gioia e di rinnovamento.
Ma per chi ha seguito questo cammino quaresimale Sulle tue orme, Gesù di Nazareth anche questo giorno deve essere vissuto nella contemplazione amorosa del grande mistero della redenzione.
Il racconto dell’evangelista Matteo come si accennava avanti, ci immette nella luce del nuovo giorno.
Dopo la morte di Gesù Matteo scrive: «Ed ecco il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, la terra si scosse, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi morti risuscitarono. E, uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti. Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, sentito il terremoto e visto quel che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: “Davvero costui era il Figlio di Dio!”».
Rimaniamo sempre stupiti e meravigliati per le notizie riferite da Matteo. Ci mancano altre prove ma non possiamo negare a cuor leggero il racconto del-l’Evangelista. Siamo, invece, invitati a riflettere sull’evento della morte redentrice che non avvolse soltanto i presenti o coloro che avrebbero creduto in Gesù ma penetrò vitalmente nella storia dell’umanità coinvolgendo anche tutti quegli uomini nati e vissuti prima del momento storico della morte di Gesù.
La sua morte ha redento per sempre l’umanità di ogni tempo e di ogni luogo. Il giorno del sabato è il giorno degli antenati della nostra storia, il giorno in cui l’umanità scomparsa ha sentito accanto a sé la salvezza che è Gesù. Egli discese nel regno dei morti e prese con sé Adamo ed Eva per farli ritornare nel “giardino” nuovo dove l’avrebbe poi visto Maria di Magdala, peccatrice salvata.
Cammino quaresimale tratto da “Sulle tue orme Gesù di Nazareth“ di don Nicola Giordano – Edizioni Viverein