Ricoprici, Signore, delle splendide vesti della salvezza.
Così la Chiesa prega con la Orazione Colletta della quarta settimana di Quaresima mentre si dispone a meditare sull’esperienza umana.
Si stava bene nella casa del Padre e nulla mancava. Quando si volle fare l’esperienza della presunta libertà e indipendenza, per poco si gioì, poi venne la fame e la nudità. Si sperimentò il degrado e l’avvilimento. L’esperienza del male non lacerò soltanto le vesti, né imbrattò solo il corpo: fu lacerazione profonda, smarrimento totale.
Quando la mente rinvenne e il cuore si pentì e la volontà si decise a ritornare alla vera casa, tutta la miseria svanì e le vesti splendide furono donate con prodigalità grande. Non ha limiti l’amore del Padre.
Ma chiunque ha sperimentato le lacerazioni nel cuore e ha visto profanare il suo corpo e il suo spirito, non deve attardarsi nel mettersi in viaggio. Non è bello offrire a Dio una carcassa distrutta e svilita. È giusto che a lui si offrano le primizie. Non bisogna essere adoratori stanchi, né servitori indolenti, ma figli sempre fedeli, dal cuore puro e dalle mani innocenti.