Quaresima 2023 | Venerdì della seconda settimana

Egli ha consegnato se stesso alla morte ed è stato annoverato tra gli empi, mentre portava il peccato di molti e intercedeva per i peccatori.

Questa consolante ma triste realtà coincide con l’opera che Gesù, il Figlio di Dio, ha compiuto sulla terra. È una realtà consolante perché significa la nostra salvezza. È una realtà triste perché esprime la nostra storia, la nostra debolezza, la nostra miseria. La realtà consolante è il frutto ed il fiore germogliato sull’alta cima del monte della morte di Gesù. Quella cima è altissima, tocca il cielo e lo costringe ad abbassarsi fino a terra. Le braccia inchiodate sul legno sono le braccia che si elevano fino al Padre, infinito ed immenso, e accarezzano i fratelli. L’ultima montagna su cui Gesù è salito e dalla quale si offre a tutti i suoi amici è la Montagna del grande sacrificio, del grande amore. Nessun uomo può giungere a tale Montagna se non entra pienamente in Dio, sorretto da lui che è bontà e amore sommo. Un vero cristiano non può fermarsi al Monte del roveto ardente che invita a sbarazzarsi della materialità. Non può fermarsi al Monte delle Beatitudini e sentirsi poi a posto per avere osservato tutti i comandamenti del Dio Amore. Non può fermarsi al Monte della trasfigurazione. Bisogna giungere al Monte della immolazione. Solo su questo Monte si trova la premessa della nuova vita. Se il vecchio non muore non sorge il nuovo. La piena trasfigurazione esige la morte. La pienezza delle Beatitudini coincide con la pienezza della immolazione. “Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli”. La beatitudine somma si raggiungerà quando l’uomo salirà la vetta della sua totale oblazione d’amore. Non è detto che si debba necessariamente morire. È detto che ci si deve totalmente immergere nell’amore. La morte di Gesù, infatti, fu solo il compimento del suo amore. “Avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine”. Il monte più alto è quello dell’amore: Dio è amore.

Solo se saprò amare potrò essere nuovo con abiti luminosi e volto radioso. Ma per amare devo imparare a morire, cioè a donarmi senza alcuna resistenza e perfino ai nemici.

Cammino quaresimale tratto da “Quaresima: fissare lo sguardo in Gesù di don Nicola Giordano – Edizioni Viverein

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