Fuggiamo di qui verso lassù per celebrare il grande sabato.
La fuga è spesso segno di viltà. Quando si combatte non bisogna mai voltare le spalle e fuggire davanti al nemico. Così facendo ci si espone al grande rischio di venire colpiti alle spalle. Nella lotta contro il male bisogna, certo, evitare le tentazioni perché chi ama il pericolo perirà in esso. Ma bisogna trovare il coraggio di affrontare il nemico a viso aperto. Ricorrendo alle armi del Signore, come dice l’apostolo Paolo, bisogna saper lottare contro il male. Quando la Parola di Dio ci invita a fuggire dalle realtà presenti non ci invita ad estraniarci dal mondo. Il mondo in se stesso non è cattivo. Tutto il mondo, invece, è santuario del Dio vivente. Bisogna fuggire dalle realtà negative che si incontrano nel mondo che, come dice l’evangelista Giovanni, sono la superbia, la concupiscenza e la vanità. Da questi mali bisogna fuggire attuando una dimensione di vita nuova che consiste nella fuga dalla mondanità folle per stabilirsi in una prospettiva di vita che viene simboleggiata dall’altezza della montagna. Lì sul monte delle ascensioni deve essere celebrato il grande sabato, il sabato di Dio, la immersione totale nel mondo di Dio. Il grande sabato è simbolo della rinascita completa e radicale dell’uomo. Il grande sabato significa concretizzare l’esortazione a ricercare le cose migliori, ciò che è gradito a Dio, santo e perfetto davanti ai suoi occhi. Il grande sabato è quella realtà di vita che ci rende stabili nell’amore di Dio e non consente alcuna forma di ipocrisia, di idolatria, di menzogna, di inganno. Il grande sabato è decisamente il momento del mettersi a totale disposizione di Dio per costituirsi nuovi secondo i suoi insegnamenti.
Fuggirò e, meglio, estirperò da me le fonti della lussuria, dell’inganno, della maldicenza, della invidia, della gelosia, dell’odio e dell’ira.
Cammino quaresimale tratto da “Quaresima: fissare lo sguardo in Gesù“ di don Nicola Giordano – Edizioni Viverein