Quaresima 2023 | Mercoledì della terza settimana

Come uno specchio risplendente così deve essere pura l’anima dell’uomo (San Teofilo di Antiochia).

Non c’è da meravigliarsi se l’uomo sta sempre alla ricerca di Dio. Nessuno può dire di essere arrivato a lui, di averlo sufficientemente conosciuto e chiaramente visto. La scalata del Monte finirà solo quando, come si legge nelle Scritture, lo vedremo come Egli è. Chi sente nel suo cuore la tempesta dei dubbi, non si rammarichi. Forse quei dubbi vogliono recitare la parte del vento forte con le radici degli alberi. Il vento fa rinforzare le radici che sprofondano maggiormente nel terreno abbarbicandosi alla roccia. Pensiamo alla storia dei due primi Apostoli che si avvicinarono a Gesù forse mossi da curiosità ma, soprattutto, spinti dal desiderio di entrare nel suo segreto. Si misero a seguirlo, da lontano, quasi in punta di piedi, timorosi e rispettosi, senza trovare il coraggio di avvicinarlo direttamente per interrogarlo. Egli si volse e, fissandoli, chiese cosa desiderassero. In quel momento caddero tutti i dubbi e il coraggio prese vita. Gli domandarono: “Maestro, dove abiti?”. È la solita domanda che l’uomo rivolge a Dio ogni qualvolta si sente solo, smarrito o si ritrova naufrago. Gesù il Maestro sa rispondere, può soddisfare tutte le curiosità e i desideri dell’inquieto cuore dell’uomo. Risponde: “Venite e vedrete”. Giustamente. Nel contatto con Dio le argomentazioni filosofiche o le indicazioni metodologiche non contano. Ciò che conta è la condivisione, la partecipazione, la comunione, il vivere con lui. Dio non è questione di luogo o di tempo, di cose o di persone. Dio è semplicemente Dio. Chi vuole conoscerlo deve entrare in lui. Per questo risponde: “Venite e vedrete”. Così Gesù soddisfa tutte le esigenze della mente incredula e dubbiosa dell’uomo che ha bisogno di toccare con mano. Al discepolo incredulo dirà: “Tocca le mie mani e metti la tua mano nel mio costato”. Se qualcuno vuole arrivare a Dio deve stabilirsi nella casa di Gesù, nella sua intimità. Deve cercare di toccarlo come Persona viva e non, certo, come un monile o una bella immagine. Guai se Gesù fosse una statua nella nostra vita!

Voglio andare ad abitare a casa di Gesù coltivando, oggi, un momento particolare di intimità con lui nel silenzio fatto di amore.

Cammino quaresimale tratto da “Quaresima: fissare lo sguardo in Gesù di don Nicola Giordano – Edizioni Viverein

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