Dio non poteva elargire agli uomini un dono più grande di questo: costituire loro capo lo stesso suo Verbo, per mezzo del quale creò l’universo (Sant’Agostino).
Spesso gli uomini si lasciano trascinare da entusiasmi passeggeri. Sono un pò come quei bambini che si trastullano nei sogni. Quando la vita prende consistenza e le difficoltà rendono difficile la scalata del monte allora i sogni svaniscono e gli uomini si rintanano nelle loro miserie. L’evangelista Matteo racconta due momenti significativi della vita di Gesù. Ci sembra di leggere i tanti momenti o i tanti stati d’animo di molte persone che sono facili ad entusiasmarsi ma poi si spengono al primo soffiare dei venti. Il primo episodio è quello dello scriba che gli disse: “Maestro, ti seguirò dovunque tu andrai”. Il secondo episodio si riferisce a quello che gli disse: “Maestro, permettimi prima di andare a seppellire mio padre”. Quando Gesù si presenta come il grande guaritore, è facile innamorarsi di lui. Troppe persone vanno da lui, o, peggio, dai santi, solo per impetrare miracoli continuamente. Seguire Gesù, avere i suoi stessi sentimenti, invece, significa entrare nella sua reale dimensione di Dio fattosi uomo che sceglie di vivere una incredibile realtà di piccolezza, di povertà, di nullità. Allo scriba Egli risponde: “Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo” (Mt 8, 20). Seguire Gesù, avere i suoi stessi sentimenti, vivere la sua vita, imitare i suoi esempi significa accettare integralmente quello che Egli ha insegnato ed ha vissuto. Non si deve mai cessare di riflettere e meditare che il trionfalismo non entra nei piani e nei metodi del Signore. Un Gesù comodo non esiste anche se Egli dona pace, felicità, gloria, amore a coloro che veramente lo seguono. Se qualcuno sogna la reggia, il successo, gli onori si convinca che Gesù non ha dove posare il capo. Se qualcuno sogna le grandi mete si ricordi che la meta più propria di Gesù è quella della sua immolazione. Egli stesso diceva: “Chi di voi vuol essere il primo si faccia l’ultimo”. A colui che chiedeva di andare prima a seppellire suo padre, Gesù risponde richiamando la assoluta priorità di Dio. Il “non avrai altro Dio” sta a significare appunto la importanza unica di Dio nella vita dell’uomo. Non ha senso anteporre a lui qualsiasi cosa. È assurdo che Dio possa aspettare che passi il funerale nella nostra vita. Dio merita le primizie, lo slancio pieno, la purezza totale, l’amore sincero ed immediato.
Dovrei certamente fare dei tagli nella mia vita e decidermi a seguire Gesù in pienezza ed in semplicità assoluta. Proverò, soprattutto, a non chiedergli dei miracoli ma il dono di poterlo e saperlo seguire.
Cammino quaresimale tratto da “Quaresima: fissare lo sguardo in Gesù“ di don Nicola Giordano – Edizioni Viverein