Dio è quel Padre affettuoso, che accoglie il figliol prodigo, lo abbraccia, lo riveste di nuovo con gli ornamenti della sua paterna gloria (San Massimo il Confessore).
Quando Dio fa festa non risparmia nulla. La sua festa è sempre grande come si addice alla sua Persona. Non prepara la festa rapportandola alla qualità o importanza degli invitati, ma alla larghezza del suo cuore. Partendo dal suo Amore, egli predispose la incarnazione, la morte, la risurrezione del Figlio suo che rimane l’Agnello immolato per il banchetto per eccellenza. Il banchetto dell’Agnello viene prefigurato nel banchetto che il Padre del figliol prodigo imbandisce al ritorno del figlio. Quel figlio aveva sciupato tutto. Si era volontariamente e consapevolmente allontanato dalla casa paterna. Era andato a vivere lontano. Aveva dissipato tutti i beni. Non gli era rimasto nulla. Era diventato il rifiuto della società. Era stato messo alla pari dei porci. Rubava un pò di cibo dai porci. Quando ci si allontana da Dio non c’è altra forma di sopravvivenza! Il banchetto del figliol prodigo è il preludio della storia vera, scritta da Dio ma umanamente assurda ed incomprensibile. Dio ammazzerà l’Agnello della nuova Alleanza per far festa con gli uomini. Sembra un paradosso. Non abbiamo da discutere sulle motivazioni del Padre. Bisogna prendere atto della sua eccezionale e, per noi, incomprensibile bontà. Ma, tutto ritorna a nostro vantaggio. Bisogna prendere atto della stoltezza e dell’assurdità del comportamento dell’uomo che preferisce allontanarsi da Dio e andare a vivere con i porci. La vita senza Dio è un assurdo. È vita stolta, disumana, impossibile, inconcepibile e non tanto per le cattiverie che si compiono quanto per la scelta assurda e irrazionale che si fa.
Certo, oggi, ritornerò alla casa del Padre, all’amore del Padre, prendendo atto della povertà in cui sono caduto quando non sono stato suo commensale.
Cammino quaresimale tratto da “Quaresima: fissare lo sguardo in Gesù“ di don Nicola Giordano – Edizioni Viverein