Con il pane della vita ci nutri, Signore; ci offri da bere l’acqua della sapienza.
Gesù è il grande Maestro che ha parlato come nessun altro mai ha saputo fare. Il suo insegnamento è sempre vivo ed attuale. Il cielo e la terra passeranno, le sue parole non passeranno. Gesù è il Maestro insuperabile. Egli è la fonte della Sapienza, è la Sapienza che si è fatta uomo. Soltanto Lui ha parole chiare, luminose, inconfondibili. Sulla sua parola si possono e si devono gettare le reti del lavoro quotidiano. Sulla sua parola si possono costruire tutti gli edifici necessari alla convivenza umana. Gesù è sempre l’unica pietra angolare. Solo su di lui trova consistenza e stabilità l’esistenza e la vita. Gesù, entrando nel tempio, afferma con gravità e solennità: “Non fate della casa del Padre mio una casa di mercato” (Gv 2, 16). L’evangelista Giovanni riporta questa frase di Gesù all’inizio della narrazione storica dell’opera compiuta da lui. Dobbiamo convincerci della sua importanza ed essenzialità. Abbiamo bisogno di comprendere a quale casa si riferisce Gesù: alla casa tempio costruito con le pietre o alla casa uomo fondata sulla intelligenza, volontà, libertà? Non escludiamo la prima ma siamo certi che dobbiamo sottolineare maggiormente la seconda. Riguarda tutti gli uomini. Riguarda, singolarmente, ciascuno di noi. Dio non abita in un luogo. Tanti luoghi di culto vengono denominati casa di Dio. Nessun luogo, però, è casa di Dio. La vera casa di Dio non è neppure il mondo intero dove egli è presente come Creatore e Signore. La vera casa di Dio, quella viva e vera, è ogni uomo. Si legge nella Lettera agli Ebrei (3, 8): “La sua casa siamo noi, se conserviamo la libertà e la speranza di cui ci vantiamo”. L’uomo, creato ad immagine di Dio, dotato di intelligenza, volontà e capacità affettiva, racchiude in sé l’immagine vera di Dio Trinità. L’uomo è casa di Dio. Nell’uomo egli che si è fatto uomo ha stabilito la sua dimora. Ad ogni uomo, a ciascuno di noi si riferisce e si addice la parola di Gesù: “Non fate della casa del Padre mio una casa di mercato”. È vero, è necessario, è urgente che l’uomo prenda coscienza e si decida a vivere nella consapevolezza di essere casa del Padre.
Devo evitare il mio mercanteggiare trattando tante cose futili, inutili e, soprattutto, dannose al mio spirito. Il rischio più grande sta in me perché mi sono abituato a mercanteggiare secondo i miei comodi e a non vivere nella autentica dignità di casa di Dio.
Cammino quaresimale tratto da “Quaresima: fissare lo sguardo in Gesù“ di don Nicola Giordano – Edizioni Viverein