Non si addicono a Dio i piccoli spazi
o le misure anguste.
A Colui che è l’immenso ed infinito
si addice, per natura, l’immensità.
L’immensità dei cieli è opera sua
e l’uomo non può offrirgliela.
Ma ogni piccolo cuore, ogni piccola mente
aspetta l’infinito e l’immensità
per potersi sedere a mensa con lui.
Il grande evento della incarnazione del Figlio di Dio si presenta nelle Scritture sotto tanti risvolti di amore. È ammirevole il comportamento di Gesù. Ci appare, in tutti i momenti, come il “pellegrino” che va di città in città, di casa in casa, chiamando, cercando, bussando al cuore degli uomini.
Nel leggere la sua vita ci sembra di cogliere la sua voce. Non dice: “Vieni”, come sarebbe stato suo diritto. Dice: “Ecco, io vengo”. Ed è proprio così. L’uomo non può salire al cielo, irraggiungibile, inafferrabile, imprendibile se Dio non abbassa il cielo fino a terra.
La distanza tra cielo e terra non fu colmata dall’uomo, fu annientata dal Verbo divino che discese dal cielo e pose la sua dimora negli uomini.
Ogni uomo è casa di Dio. Per questo Dio va presso la casa di ogni uomo e bussa e chiede che qualcuno gli apra. “A quanti l’accolsero dette il potere di diventare figli di Dio”.
Gesù, un giorno, per abbattere le distanze tra cielo e terra, per mettere a proprio agio gli uomini, li invitò ad andare a casa sua. Quel giorno incontrò Andrea e Giovanni. Erano le quattro del pomeriggio. I due andarono e si fermarono da Lui. Occorre sostare nella sua casa.
Quell’incontro si svolse secondo le usanze umane. Nella usanza dei popoli antichi l’ospite era visto come presenza di Dio e a lui si offriva il meglio di quello che si aveva in casa, compreso l’acqua per lavarsi e dissetarsi. Gesù assolse bene i suoi doveri di ospitalità: Egli ha sempre offerto a noi, suoi ospiti, il meglio di quello che possiede.
Ancora oggi è come se dicesse: “Prima che io venga da te, ti invito a casa mia, dove potrai stare a tuo agio”. Si sa anche che Gesù, nel lasciare la terra per tornarsene al cielo, disse ai suoi: “Vado a prepararvi il posto”. L’uomo, presente al banchetto divino, avverte che Gesù ripete instancabilmente: “Ecco, io vengo”. È questo il banchetto dell’intimità: mettere in comunione i suoi beni ed offrirgli largamente la nostra disponibilità ad andare dove ci vuole condurre.
Cammino quaresimale tratto da “Cammino Quaresimale – Dimensione Eucaristica“ di don Nicola Giordano – Edizioni Viverein