Venerdì Santo
Nella seconda lettura dell’Ufficio della “Liturgia delle Ore” del Venerdì Santo, ho fermato la mia attenzione sul brano che riporto, presumibilmente scritto dall’apostolo Paolo, particolarmente amato e studiato. È un testo che la Chiesa esorta a leggere con particolare fede e amore.
Lo faccio anche se, in alcune parti, propongo alcune mie considerazioni.
Dalla lettera agli Ebrei 9, 11-28
Cristo, sommo sacerdote dei beni futuri, entrò una volta per sempre nel santuario, con il proprio sangue
«Fratelli,
Cristo, venuto come sommo sacerdote di beni futuri, attraverso una Tenda
più grande e più perfetta,
non costruita da mano di uomo,
non appartenente a questa creazione,
non con sangue di capri e di vitelli,
ma con il proprio sangue
entrò una volta per sempre
nel santuario, procurandoci
così una redenzione eterna.
Il sangue di Cristo,
che con uno Spirito eterno,
offrì se stesso senza macchia a Dio,
purificherà la nostra coscienza
dalle opere morte,
per servire il Dio vivente?
Per questo Egli è
mediatore di una nuova alleanza:
essendo ormai intervenuta la sua morte
per la redenzione delle colpe commesse
sotto la prima alleanza,
coloro che sono stati chiamati
ricevano l’eredità eterna promessa.
Dove infatti c’è un testamento,
è necessario che sia accertata
la morte del testatore, perché un testamento
ha valore solo dopo la morte
e rimane senza effetto
finché il testatore vive.
Per questo neanche la prima alleanza
fu inaugurata senza sangue.
Infatti dopo che tutti i comandamenti
furono promulgati a tutto il popolo da Mosè,
secondo la legge,
questi, asperse il Libro stesso e tutto il popolo,
dicendo: Questo è il sangue dell’alleanza
che Dio ha stabilito per voi (Es 24, 8).
Alla stessa maniera asperse con il sangue
anche la Tenda e tutti gli arredi del culto.
Secondo la legge tutte le cose
vengono purificate con il sangue
e senza spargimento di sangue
non esiste perdono.
Era dunque necessario che
i simboli fossero purificati con tali mezzi;
le realtà celesti dovevano esserlo,
con sacrifici superiori a questi.
Cristo infatti nel cielo stesso,
per comparire
* ora al cospetto di Dio in nostro favore.
* ora una volta sola, alla pienezza dei tempi,
* è apparso per annullare il peccato
* mediante il sacrificio di se stesso.
E come è stabilito per gli uomini
che muoiano una sola volta,
dopo di che viene il giudizio,
così Cristo
* dopo essersi offerto una volta per tutte
* allo scopo di togliere i peccati di molti,
* apparirà una seconda volta,
* a coloro che l’aspettano per la loro salvezza».
Questo è il Mistero di Cristo, incarnatosi nella Donna Madre Maria, il Salvatore e Redentore dell’intera umanità che oggi meditiamo e adoriamo in silenzio.
È il Mistero del grande amore che Dio espande e diffonde sul mondo intero.
Confidiamo tutti nella supplica della Donna Madre affinché ci doni di condividere la Passione e la nuova vita che suo Figlio Gesù, dona al mondo.
Nicola Giordano