Quaresima 2022 | 5a Domenica

Cosa  potrò offrire al Signore
in cambio di quello che Egli mi ha offerto?
Se gli offro il mio peccato,
egli lo perdona.
Se gli offro il mio nulla,
egli lo arricchisce con la sua grandezza.
Ma io prenderò i miei cenci
e li introdurrò nel suo calice per divenire sua vera immagine vivente.

Ci ritornano in mente gli interrogativi che gli Apostoli e la folla ponevano a Gesù quando si rivolgevano a Lui. Allo stesso modo ci ritornano in mente gli interrogativi che Gesù rivolgeva alle stesse persone quando voleva portarle alla sincerità del cuore e alla decisione dello spirito.

Gli Apostoli che avevano assistito al miracolo dei pani moltiplicati e avevano ascoltato le parole di Gesù che avrebbe dato a tutti in cibo il suo corpo, si decisero a chiedergli: “Dove vuoi che ti prepariamo, per mangiare la Pasqua?”.

Non la riteniamo assolutamente una domanda festaiola. Quegli apostoli che avevano lasciato tutto per seguirlo si rendevano conto che dovevano compire un altro atto decisivo. Nel cuore di tutti c’era il desiderio di sedersi a mensa con Lui per nutrirsi di Lui e non avere più fame e più sete. Loro, gli Apostoli, avevano grande fame e grande sete di vivergli accanto, di essere come Lui, di compiere le opere che Lui compiva.

La domanda degli Apostoli è anche aperta a tutto campo. Non è una sfida promossa da uomini che ben conoscevano la loro piccolezza e povertà. Era uno slancio di generosità ed una promessa di ubbidienza. Come a dire: “Ovunque tu voglia, noi verremo ed andremo”. Lo dirà espressamente Pietro, il capo della Chiesa-Corpo di Cristo: “Anche se sarà necessario morire con te, io non ti rinnegherò”.

Dovremo personalizzare nella nostra storia la domanda degli Apostoli: “Dove vuoi, Signore, che noi prepariamo la tua Pasqua: il compimento del tuo sacrificio di lode e di amore verso il Padre e la realizzazione del nuovo Patto dell’alleanza di Dio, Santissima Trinità, con l’umanità intera?”.    

È la domanda dell’oggi, della storia che l’umanità intera sta vivendo e del personale atto di amore e di volontà che dobbiamo rendere sincero e concreto verso Gesù.

Ci sembra di intuire che Gesù ci dà una triplice risposta.

Il primo luogo è quello della sua tenda, quella tenda dove egli, Sapienza divina fattasi carne, ha posto la sua dimora. Ed è la tenda dell’uomo, della sua esistenza, della sua vita, in tutte le sue forme. Il secondo luogo è quello del suo corpo autentico che è la Chiesa, comunità di tutti gli uomini, di qualsiasi razza e paese. Il terzo luogo è quello dell’altare ove il pane, frutto della terra e del lavoro dell’uomo e il vino, frutto della vite e del lavoro dell’uomo, vengono trasformati in Corpo e Sangue suo. La nostra vita diventi altare stabile.

Cammino quaresimale tratto da “Cammino Quaresimale – Dimensione Eucaristica di don Nicola Giordano – Edizioni Viverein

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