Questi è il Figlio diletto. Ascoltatelo (Mt 3, 17)
Si legge nella liturgia della seconda Domenica di quaresima che Gesù condusse su un alta montagna Pietro, Giacomo e Giovanni e si trasfigurò davanti a loro. Oggi, per noi, è il momento della decisione a scalare la montagna della trasfigurazione. Per assistere alla trasfigurazione di Gesù occorre stabilirsi in lui, nel suo grande mistero. Per assistere alla trasfigurazione di Gesù bisogna rispettare alcune norme. La prima è quella della chiamata. Il regno dei cieli o la intimità con Gesù è sempre il frutto di una chiamata. L’uomo da sé non può creare il suo mondo nuovo. Nessuno dispone della carta di accesso libero al regno dei cieli. Vi entrano solo i chiamati, i predestinati, gli eletti. Ogni uomo, per il fatto che esiste, appartiene a questa categoria di persone. Dio, dal canto suo, chiama ed assegna a ciascuno dei suoi figli un ruolo, un compito. Per assistere alla trasfigurazione di Gesù bisogna ascoltare la sua chiamata e seguirla con decisione. La scalata della montagna è sempre impegnativa. Non è facile essere come Dio. Non è facile essere come Gesù. Non è facile osservare le sue leggi, imitarlo in tutto quello che egli ha detto e fatto. D’altronde, non si può sperare di assistere alla trasfigurazione se non ci si vuole impegnare nella scalata della montagna. La montagna da scalare è, dunque, quella della configurazione a Cristo. Questa comincia col desiderio a voler essere con lui, a voler vivere in lui, a volersi costituire suoi veri discepoli. La scalata non è ardua né impossibile se viene fatta seguendo il Maestro. Egli conosce anche i sentieri impervi e ci può guidare con passo sicuro. Comunque, la montagna va scalata ad ogni costo. Il regno dei cieli non è il regno della banalità, della superficialità, del pressappochismo. Bisogna, per questo, uscire da se stessi e incamminarsi verso il sublime. Dio è sublime. Noi tutti siamo chiamati ad essere come Dio: sublimi. La montagna divina non è, certo, la montagna della superbia o della presunzione. È la montagna dell’aria purissima, là dove è possibile toccare le vette del cielo e soddisfare quella sete profonda di sublimazione immensa che ogni uomo si porta dentro.
Dal pesante fardello della mia vita voglio cominciare a togliere quanto può impedirmi di salire speditamente verso la vetta del tuo monte.
Cammino quaresimale tratto da “Quaresima: fissare lo sguardo in Gesù“ di don Nicola Giordano – Edizioni Viverein