L’atmosfera della festa che si celebra a Gerusalemme in occasione dell’ingresso di Gesù come Sposo della nuova umanità è molto semplice ma profonda. Mancano le persone importanti, quelle che di solito, agli occhi degli uomini, rendono importante un avvenimento. Ma era una festa molto importante, la più importante per tutti. Il giorno delle nozze, infatti, comincia per gli sposi una nuova era. I due divengono una sola cosa. Non ci sono più divisioni e tutti partecipano con gioia all’evento che è sempre preludio di grandi novità.
Immaginando di partecipare tutti insieme alla grande festa dovremmo anche noi tagliare rami di ulivo ed agitarli in segno di pace e distendere per terra i nostri tappeti per accogliere lo Sposo-Re. I rami di ulivo per noi devono essere il simbolo di quella quiete interiore che dobbiamo coltivare con tutti e verso tutti. I tappeti stanno ad indicare tutto l’omaggio del nostro cuore e della nostra mente verso il Messia che è l’Emmanuele, il Dio con noi.
Nessuno deve rattristarsi se non ha altri doni da offrire. Che cosa potrebbe offrire l’uomo a Dio? Per bocca del profeta Isaia, da sempre, il Signore ci ha detto che non gradisce vittime, olocausti, doni e preghiere varie. Il Signore dice: “Offrimi il tuo cuore”. Sull’altare del sacrificio bisogna deporre il lavoro delle proprie mani e la purezza dei nostri sentimenti. Sull’altare del sacrificio vanno posti gli stessi doni che un giorno offrirono i Magi. Non più doni materiali ma i veri doni che si addicono a Dio: l’offerta delle nostre menti e dei nostri cuori perché, santificati dall’azione dello Spirito, possano diventare con Cristo, in Cristo e per Cristo, lode di gloria a Dio Santissima Trinità.
Cammino quaresimale tratto da “Cammino Quaresimale – Dimensione Eucaristica“ di don Nicola Giordano – Edizioni Viverein