Credi con fede saldissima e non dubitare affatto che lo stesso Unigenito Dio, Verbo fatto uomo, si è offerto per noi in sacrificio e vittima a Dio in odore di soavità (San Fulgenzio di Ruspe).
Mentre il cammino quaresimale di ferma volontà a configurarci a Cristo volge verso la fine vogliamo ancora verificare il nostro spirito e uniformarci a lui. È importante avvicinarsi al suo cuore e cogliere alcuni momenti di tristezza e di pena. Certo Egli soffrì come uomo ma soffrì molto per i suoi fratelli e amici. Durante il banchetto di nozze che si stava celebrando a Gerusalemme con grande splendore, come Egli stesso aveva voluto, guardando i discepoli con i quali aveva condiviso ogni cosa e ai quali aveva dato il tutto di se stesso, Egli disse: “Uno di voi mi tradirà”. La frase rimase lì nell’aria, mentre tutti cominciarono ad interrogarsi e ad interrogare: “Sono forse io, Maestro?”. Gesù non rispose apertamente ma dichiarò: “Colui che intingerà il pane nel mio calice”. L’affermazione di Gesù non si è esaurita in quella notte d’amore. Quella non fu la notte del traditore o la notte di Giuda. Quella fu la notte dell’Amore che stava per essere tradito ma non si nascose, non si sottrasse, non si vendicò, non imprecò, non maledisse: si donò totalmente. Perché soffermarsi a riflettere sul tradimento e sul traditore quando ci si dovrebbe fermare a meditare sulla oblazione di colui che, pur sapendo tutto, andò incontro allo stesso traditore? Per questo anche la dichiarazione dura di Gesù: “Uno di voi mi tradirà”, purtroppo non si è verificata e conclusa nel giro di poche ore o di pochi minuti. È una triste storia che si ripete tante, tante volte! Non si è ancora esaurita ed occorre interrogarsi sinceramente: “Sono forse io, Signore?”. Si dice che Pietro suggerì a Giovanni di chiedere chi fosse il traditore. Ma a cosa serve indagare su un traditore? Forse la stessa domanda la rivolse Giuda a Gesù. Sarebbe comodo individuare un colpevole per fare ricadere su di lui tutte le responsabilità. Quale colpa ha Giuda e quale colpa ho io? A questo punto Gesù gridò: “Chi di voi è senza peccato, scagli la prima pietra”. È chiaro, infatti, che ci si deve interrogare personalmente sulla affermazione di Gesù perché preoccupa la precisazione: “Il traditore è colui che intinge il suo boccone nel mio calice”. Chi è Giuda? È uno o sono tanti? A quale famiglia appartiene Giuda? Quale posto occupava Giuda nella vita di Gesù? Dov’è andato oggi Giuda? Forse di nuovo a mercanteggiare la vendita e il tradimento di Gesù? E se fossi stato io? E se lo fossi ancora?
Anch’io ho intinto il mio boccone nel calice del Signore e ho mangiato la sua carne e bevuto il suo sangue!
Cammino quaresimale tratto da “Quaresima: fissare lo sguardo in Gesù“ di don Nicola Giordano – Edizioni Viverein