Quaresima 2023 | Giovedì della quinta settimana

Vediamo Gesù coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto perché per la grazia di Dio egli sperimentasse la morte a vantaggio di tutti (Eb 2, 9).

Decisamente chi cerca Gesù e vuole essere come lui non può mettersi alla ricerca dei trionfalismi o delle comodità. Al di sopra degli interessi quotidiani che toccano la propria vita ci deve essere la totale adesione a Gesù che sa tutto e può tutto. Quando nella casa di Betania, dove Gesù amava stare in compagnia di Lazzaro, di Marta e Maria, entrò il dolore attraverso la malattia e la morte dell’amico Lazzaro, Gesù provò compassione per le due sorelle. Pianse e la gente si rese conto che veramente Gesù amava Lazzaro. L’amore verso Dio e l’amore di Dio non sono conciliabili con la freddezza e la insensibilità. Amare significa anche soffrire. La sofferenza per amore porta sempre gioia. Dio è il più vicino al dolore di quanti soffrono. Si presenta come Colui che asciuga le lacrime e consola gli afflitti. La morte di Lazzaro turbò Gesù ma determinò la crescita di Marta che poté convincersi e dichiarare che Gesù è la Risurrezione e la Vita. La fede di Marta è una fede invidiabile ed esemplare. Marta è convinta che la presenza di Gesù è l’unica garanzia e certezza di vita. “Se tu fossi stato qui mio fratello non sarebbe morto!”. Dovremmo interrogarci sulle nostre certezze mentre diciamo di essere convinti che dove c’è Gesù c’è vita, dove c’è Gesù, c’è amore, gioia, felicità, pace. Siamo razionalmente convinti che dove non c’è Gesù c’è morte, morte nei cuori. Ma, intanto, a differenza di Marta, non siamo solleciti a correre da lui per dialogare, parlare, pregare, amare. Siamo razionalmente convinti, ma non basta. Occorre stare con Gesù, non allontanarsi da lui, credere fermamente in lui, amarlo intensamente, sforzarsi di rassomigliargli intimamente. Nella pratica non stiamo attenti a vivere protesi verso di lui e, poi, a correre per chiamare tutti i fratelli e invitarli all’incontro con lui. Marta avvertì il bisogno di andare a chiamare la sorella e dirle che Gesù la cercava. Quando finisce l’egoismo e quando la irrazionalità viene sconfitta sorge la fiducia e si afferma l’amore. Non ci impressiona la morte come tale. Noi per primi ci interroghiamo sul valore della nostra vita, perché anche la vita non ha un valore se non c’è Gesù. E se lui non c’è perché vivere? Che senso ha la vita senza di Lui?

Proverò oggi, o mio Signore, a ripeterti tante volte: “Se tu fossi stato qui io non sarei mai morto! Ma ora credo che tu sei la mia Risurrezione e in te voglio vivere”.

Cammino quaresimale tratto da “Quaresima: fissare lo sguardo in Gesù di don Nicola Giordano – Edizioni Viverein

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