La conformità nell’amore

Nell’impegno spirituale del Movimento Vivere In ci riferiamo al progetto divino espresso da San Paolo nella lettera ai Romani.
Il fondamento del nostro vivere e della nostra identità sta nell’accogliere ed attuare i testi scritturistici che hanno sempre illuminato il nostro cammino.

L’apostolo Paolo scrive: “Tutti coloro che Dio ha conosciuto nella sua prescienza li ha predestinati ad essere conformi all’immagine del Figlio suo ” (Rom 8, 29).

La legge dell’amore, pertanto, ci sembra il nucleo essenziale del progetto divino che vuole la trasformazione dell’umanità intera nella identità del Figlio Primogenito.

Il Movimento “Vivere In” ha scelto come ideale e come sua prerogativa la realtà della configurazione a Cristo.

È la dimensione disposta da Dio a favore di tutta l’umanità.

Il Movimento “Vivere In” considera questo messaggio come il fondamento di ogni autentica spiritualità perché il Padre ha fatto di Cristo il cuore dell’universo, tutto ha posto nelle sue mani, a lui ha affidato la salvezza di ogni uomo. Il Padre vuole che i suoi adoratori lo adorino in Spirito e Verità, cioè nella piena conformità al Verbo Incarnato e al Divino Spirito.

È questo il desiderio, il progetto, il piano di Dio.

Il Movimento “Vivere In ” ne è consapevole, lo accetta ed intende divulgarlo in tutto il mondo.

Nostro obiettivo è mirare alla conformità.

Siamo tutti consapevoli che il termine conformità non è da considerarsi come un valore “sovrapposto” alla umanità ma come il valore essenziale, completivo, finale che il Sommo Creatore ha immesso nella genesi della creatura uomo.

Il termine conformità non sta a significare una semplice rassomiglianza, una generica approssimazione o, peggio, un elemento di paragone.

Indica, esprime, significa, esige una piena identità che potremo ben chiamare “connaturalità” se al termine forma attribuiamo, come è esatto, il suo valore di natura.

Il testo dell’apostolo Paolo potrebbe essere cosi tradotto: Dio vuole che tutti gli uomini da lui creati giungano alla connaturalità col Figlio suo.

Se la volontà divina riguardasse soltanto la natura umana sarebbe inutile parlare di piano di Dio per tutti gli uomini in quanto il Figlio si è fatto connaturale all’uomo nascendo da Donna. È evidente che il testo paolino allude alla connaturalità divina dell’uomo con Gesù, Figlio di Dio.

Ne deriva, e ne siamo pienamente convinti, che la conformità richiesta da Dio non va riscontrata e realizzata in una forma intessuta di esteriorità come un abito da sovrapporre alla natura, bensì in una forma (natura) interiore, profonda, essenziale che deve entrare ed appartenere totalmente alla natura umana dell’uomo. Nella connaturalità potremmo anche vedere l’essenza della forma primordiale che si ritrova nell’uomo. D’altronde se l’uomo ha Dio come Padre è evidente che nella sua natura è viva, in nuce, la presenza della natura divina. Ci piacerebbe parlare del DNA divino presente nella natura umana, confermato dalla dottrina dell’ “innesto” di grazia nella natura umana e dalla realtà della “inabitazione” (Logos eskènosen en emìn).

Se poi ricordiamo che l’essenza della forma primordiale di Dio, la sua natura, è l’amore, dovremmo dire che anche per l’uomo la connaturalità deve consistere nell’Amore non come un habitus ma come la qualitas.

Dio è Amore.
Perché Amore, è Vita.
Perché Vita, è Padre.
Perché Padre, è Creatore.
Perché Creatore, è Salvatore e Redentore.
Perché Salvatore e Redentore, è Misericordia e, quindi, Medico, Maestro, Guida.
In questo Dio noi crediamo.

Questo Dio noi cerchiamo di amare: lo vogliamo conoscere, incontrare, annunziare perché ci vuole connaturali al Figlio suo.

(Nicola Giordano – Corso responsabili 29-30 luglio 2005)

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