Custodire la Parola // Speranza senza tempo

In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?»

(Lc 1, 39-43)

La esclamazione di Elisabetta: «A che debbo che la Madre del Signore venga a me?» diventa sempre la nostra esclamazione: «A che debbo?». Nella nostra speranza e nella nostra domanda c’è sempre una risposta: la Madre del Signore viene sempre a casa nostra. Perché non trasformiamo la nostra casa come la casa dove viene e vive la Madre del Signore? Spesso ci rechiamo in pellegrinaggio verso santuari particolari ma sarebbe più giusto trasformare le nostre case, soprattutto se piccole e povere, in santuario mariano.

(don  Nicola Giordano, “Con Maria la Madre”, Edizioni VivereIn, 2013)

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